giovedì 30 luglio 2009

L'osservatore Romano su Luca de Mata premiato in Campidoglio

ROMA, 2o. Luca De Mata, direttore dell'agenzia Fides, è il vincitore del 3o° premio giornalistico Fontane di Roma. Il riconoscimento assegnato all'unanimità premia De Mata per «ilforte impegno professionale» e lo «spirito di servizio» nel trattare le «tante problematiche dell'uomo». Il premio è patrocinato dal Pontificio Consiglio della Cultura, dal ministero per i Beni culturali e dal Comune di Roma.
II vero catechista è allora un Altro. E Gesù. E se davvero ci si vuole in-camminare verso orizzonti di speranza
sostiene il presule «non abbiamobisogno d'essere disturbati dall'intromissione di poveri paragrafi, di aridi capitoli, di difficili prontuari, perché partendo non solo dal divino, ma an-che dal quotidiano, possiamo recupera-re i grandi contenuti che ci fanno catechisti alla scuola e alla sequela di Ge-sù». Un itinerario nel quale Abloncli individua tre passaggi: l'educazione, la contemplazione e l'imitazione di Gesù. ((E proprio questo il cammino che vogliamo proporre nel nostro tentativo di catechesi, affidandoci non alla stesura di un libro, ma alla povera semplicità di un "foglio"». Intendendo imitare, in questo, «lo stile di Gesù», che «incontrava gli uomini non in scuole o istituzioni, ma sedendosi su un prato e parlando loro con la semplicità e l'immediatezza dell'incontro personale». Con questo stile e attraverso la pacata riflessione suggerita dall'immagine di alcune parole il filo d'erba, la lampada accesa, la goccia, i gradini, i sentieri i diversi «fogli» prendono in esame alcuni dei temi classici della catechesi: la vocazione, la missione, il mistero della sofferenza e della morte, la vita eterna fino alla sessualità e all'ecumenismo. «E in fondo un foglio di quaderno, quello di cui stiamo parlando spiega Ablondi e che può es-sere trovato negli ambienti ecclesiali di gruppo c cli parrocchia». Uno stirumento semplice, ma impegnativo. Che può essere ritirato gratuitamente, ma che richiede anche tanti «sì». Per leggere il suo messaggio e per rileggerlo con un amico, per indicare un numero di telefono o un'e-mail con cui rag-giungere tanti altri amici. «Sci invitato
anche spiega Ablondi ai suoi lettori a lasciarlo parlare quando lo deponi in un angolo della tua casa, da dove richiamerà l'attenzione con la sua pre-senza discreta, ma visibile. Poi, (presto foglio ti condurrà per sentieri altrui, nei quali lo farai incontrare a chi ti è vicino».
Direttore: Giovanni Maria Vian

sabato 18 luglio 2009

Il sole 24 parla de "La valigia con lo spago" di "Luca de Mata" alla vigilia dell'ultima puntata.

Enrinque Morones è il fondatore dei Border Angels. L'organizzazione, attiva in Arizona, tra le sue attività per assistere i messicani che tentano di scavalcare il muro di separazione, piazza una gran quantità di taniche d'acqua qua e là nel deserto per placare la sete dei clandestini. Per loro, per tutti quelli che si nascondono, i preti dell'organizzazione celebrano la messa nel canyon. Uno dei tanti segni della vicinanza della Chiesa cattolica ai migranti. Una battaglia, quella dei cattolici, ormai combattuta a livello planetario verso i governi occidentali che contrastano o comunque non favoriscono – anche legittimamente - condizioni umane per chi cerca di scappare dalla miseria o dalle guerre, vittime il più delle volte di sfruttamento. Anche il Papa lo ha ribadito nei giorni scorsi, e quotidianamente cardinali, vescovi e preti, lanciano accuse e nel stesso tempo lavorano sul campo. Quello degli immigrati è un valore ormai assurto a ‘non negoziabile' per la Chiesa, quasi quanto famiglia e vita. E ora la Chiesa, quella ufficiale, è scesa in campo anche nelle comunicazioni. Alti esponenti della Curia vaticana, infatti, sono tra gli autori de ‘La valigia con lo spago', inchiesta-denuncia in quattro puntate che va in onda su Rai Uno ogni lunedì sera nel corso del mese di luglio. Un documentario molto duro che mette a nudo i governi occidentali – compreso quello italiano – dove si parla di tratta di schiavi, prostituzione, caporalato, criminalità, terrorismo islamico, mafia cinese. Il segretario della Congregazione per il Clero, l'arcivescovo Mauro Piacenza, ha supervisionato il lavoro, con la collaborazione del teologo Nicola Bux e del missionario Massimo Cenci, mentre i testi e la regia sono di Luca De Mata, direttore dell'agenzia Fides della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. L'inchiesta spazia in tutto il mondo, Argentina, Moldavia, Slovacchia, Francia, Inghilterra, Spagna, Italia, Stati Uniti, Canada, Thailandia, dove il dramma dei migranti è differente, ma alla fine profondamente uguale. Si passa in America, "in cui il sogno americano non esiste più, nonostante ogni anno migliaia di persone cerchino di varcare il deserto tra Messico e Stati Uniti", dicono gli autori, ed in questo viaggio trovano, per la maggior parte, la morte. Come Lucrezia, che ha dato la poca acqua da bere ai suoi figli, Jesus e Nora, e li ha salvati dalla morte che, invece, ha colpito lei. In Moldavia il problema più grande è il numero di bambini abbandonati, circa 900 mila all'anno, da genitori che partono e che non tornano, o a causa della vergogna, o perché vittime della criminalità. Soprattutto le donne, di ogni paese, purché giovani e belle, sono soggette alla macchia della tratta. Dice la voce narrante fuori campo: "Non entreremo da porte nascoste da dove le porte che non si vogliono vedere, che non vogliamo vedere. Le nostre 4 mura sono certezza. Siamo andati là dove non si arriva, dove finora dove nessuna era andato, nel fondo del profondo".

Direttore: Gianni Riotta

mercoledì 15 luglio 2009

Paolo Rodari commenta il successo di share de "la valigia con lo spago" di "Luca de Mata"

Ieri sera, nonostante l’estate, Raiuno ha fatto il botto di ascolti. In un comunicato stampa di viale Mazzini, infatti, si rileva che Raiuno vince gli ascolti complessivi. Mi fa piacere, sopratutto perché in seconda serata c’era un programma pochissimo pubblicizzato ma che evidentemnete piace. È “La valigia con lo spago”, inchiesta sull’immigrazione del direttore dell’Agenzia Fides Luca De Mata.Lunedì prossimo ci sarà l’ultima puntata. Da non perdere.

lunedì 13 luglio 2009

Repubblica consiglia "La valigia con lo spago" la terza puntata del programma di "Luca de Mata" in onda il 13/7 alle 23.20 su raiuno


Nei luoghi dell'immigrazione, me privilegiate per l'accattonaggio. soprattutto clandestina, con la Nina Costiuc, sindaco di un piccolo terza puntata di La valigia con villaggio dellaMoldavia, esortai giova-spago, su RaiUno alle 23.35. Oxana niatornarenellapropriapatria, eanon Alistratova, oggi presidente della Ong spezzare il legame con la loro terra e il Interazione: le era stato proposto un loro popolo. Eugen Rusu, procuratore lavoro da musicista in un night club in capo in Moldavia, è stato tra i primi a Jugoslavia, ma è stata venduta e co- combattere la tratta, in cui donne e stretta a ogni tipo di bassezza. Ha fon- bambini sono ugualmente coinvolti. dato Telefono rosso e salva un gran nu- Dall'est europeo all'Africa: un'ex p romero di donne e giovani in difficoltà stituta nigeriana racconta la sua gior-Mariana Ianachevici, vicepresidente nata Iavorativa: 24 ore, per pagare il di Salvati Copiii (Save The Children), prezzo del suo viaggio dalla Nigeria al-racconta che circa 900 mila bambini la Germania.ATolone, in Francia, uno moldavì sono stati abbandonati: la lo- studente africano, Fernand Koko, aiur o solitudine fasi che diventino le vitti- ta i rom a vincere la discriminazione.

Direttore: Ezio Mauro


venerdì 10 luglio 2009

L'Avanti intervista il leader Papaboys che consiglia "la valigia con lo spago" prima della terza puntata del programma scritto da "Luca de Mata"

Quali iniziative organizzeranno i Papaboys per promuovere la lettura dell'enciclica?
"innanzitutto proporremo ai giovani del-l'Associazione la lettura dell'enciclica. attraverso i piccoli mezzi e media che la Provvidenza ha messo sul nostro cammino, senza tralasciare i new media, come i social network o i gruppi di discussione. E distribuiremo copie dell'enciclica nei prossimi appuntamenti con i giovani. In questo periodo siamo impegnati a sensibilizzare molti giovani e non solo, alla visione del programma televisivo 'La valigia conio spago'. realizzato dal direttore dell'agenzia Fides della Santa Sede, Luca De Mata, che ripropone i temi affrontati da Benedetto XVI nella 'Caritas in ventate'. A breve sarà promosso via web un nuovo progetto ispirato dalla lettera enciclica depa che si chiama 'Immigrato Amico', un network di siti e progetti di recupero. curati dall'Associazione dei Papaboys. tesi a valorizzare le esperienze di immigrati. viste come possibilità e risorsa, e non come problematica. Ma, la migliore iniziativa che si potrà fare per far conoscere il magistero e il pensiero del Santo Padre, è quella di trasformare il nostro atteggiamento in questa società. mettendoci al servizio degli altri".
Articolo:Francesco Antonio Grana
Direttore: Valter Lavitola

giovedì 9 luglio 2009

Lastampa.it, webarticolo su "la valigia con lo spago" il programma in onda su Raiuno scritto e diretto da "Luca de Mata"


9/7/2009 - L'autore è Luca De Mata, direttore dell'agenzia di stampaFides, promossa dalla Congregazione per l'evangelizzazione dei popoliOsservatore con la valigiaIl giornale del Papa loda e consiglia il documentario di Rai 1 sulfenomeno immigrazione dal titolo «La valigia con lo spago».L’Osservatore romano loda e consiglia il documentario sul fenomenoimmigrazione dal titolo «La valigia con lo spago». L’autore è Luca DeMata, direttore dell’agenzia di stampa Fides, promossa dallaCongregazione per l’evangelizzazione dei popoli. L’inchiesta trasmessada Raiuno mette in luce, una volta di più, l’attenzione della Chiesaverso un fenomeno tanto complesso e difficile da gestire quantodecisivo per il nostro futuro. Di fenomeno epocale, fra l’altro, haparlato Benedetto XVI in riferimento allemigrazioni nella sua enciclica. «Dalla parte di chi sta peggio, dichi non è ascoltato, di chiè rifiutato - scrive l’Osservatore nel lungo articolo dedicato aldocumentario - s’apre uno spiraglio di verità, senza compromessi esenza dolcezze, con il programma scritto e diretto da Luca De Mataassieme a Teresa De Santis, con la collaborazione di Nicola Bux eMassimo Cenci». «La prima puntata - prosegue il testo - è statatrasmessa da Rai Uno lo scorso 29 giugno in seconda serata, a scadenzasettimanale le altre tre. Strascichi di polemiche: zero. Dibattiti eprese di posizione ufficiali: zero. Questo significa che lo spiritodel programma ha colto nel segno e che si teme possa davvero scuoterel’apatia delle coscienze, afflosciate nella quotidiana deriva delladistrazione civile e morale». «L’impressione - afferma il quotidiano delVaticano - è che nei patinati inferni cittadini e nelle anonimecampagne dell’entroterra si stia tutti stretti, troppo stretti e conpoche regole certe che separino gli sfruttati dagli sfruttatori, gliinnocenti dai colpevoli, chi minaccia da chi è minacciato, tutti abordo di una fragile barca-società che ancora fende le procelle ecerca il porto della civile e sicura convivenza. Un caleidoscopio divolti che hanno immagazzinato storie e rigurgitano ogni tipo discomoda verità, ci guidano dritti al cuore del fenomeno migratoriomondiale, soprattutto clandestino». Nel programma - spiegal’Osservatore - immagini non censurate e censurabili e numerosetestimonianze straniere, che una recitazionemeno enfatica avrebbe recapitato ancor più crude, si affiancano a unavera e propria overdose di cifre che, talvolta, rendono faticosal’assimilazione di fenomeni tanto sconvolgenti». «Un susseguirsi diverità nascoste e semi-atrocità - si legge ancora - dal numero deiclandestini nel mondo ai turpi guadagni,veramente da capogiro, legati alla clandestinità, allo sfruttamento,alla prostituzione, al commercio delle persone e degli organi che nonè da meno di quello delle droghe; infine, le nuove, bizzarre forme dischiavitù che legano con il peso di catene ricattatorie e diinconfessabili paure. Si scendono i gradini della vita fino agliultimi, sudici e pericolosi, occupati da africani, orientali di variaetnia, latini di ogni Paese, gente dell’est europeo passato dalladittatura politica all’illusione e al tracollo sociale delpost-comunismo. Le bolge in terra, come se l’inferno dantesco si fosserovesciato in superficie».


Autore: Giacomo Galeazzi
Direttore: Mario Calabresi

l'Osservatore Romano parla de "La valigia con lo spago" a seguito della seconda puntata del reportage di "Luca de Mata"

Sbatti l'immigrato sullo schermo, come si faceva con il mostro in prima pagina. Viviseziona la sua angoscia, ascolta il suo dolore, chinati sulle sue ferite mentre lo trovi derelitto lungo la strada che sale verso la tua città, quella del finto benessere, delle vetrine effimere, della moralità compromessa. Con lo spago lui, l'immigrato, chiudeva un secolo fa la sua valigia. Altri tempi, anche se, ammettiamolo, forse anche altra dignità. Oggi, con quello stesso spago, alcuni si cuciono le palpebre, altri la bocca. E si è fortunati se lo spago non s'attorciglia al collo, con altre conseguenze. Dalla parte di chi sta peggio, di chi non è ascoltato, di chi è rifiutato: s'apre uno spiraglio di verità, senza compromessi e senza dolcezze, con il programma scritto e diretto da Luca De Mata assieme a Teresa De Santis, con la collaborazione di Nicola Bux e Massimo Cenci. La prima puntata è stata trasmessa da Rai Uno lo scorso 29 giugno in seconda serata, a scadenza settimanale le altre tre. Strascichi di polemiche: zero. Dibattiti e prese di posizione ufficiali: zero. Questo significa che lo spirito del programma ha colto nel segno e che si teme possa davvero scuotere l'apatia delle coscienze, afflosciate nella quotidiana deriva della distrazione civile e morale. L'impressione è che nei patinati inferni cittadini e nelle anonime campagne dell'entroterra si stia tutti stretti, troppo stretti e con poche regole certe che separino gli sfruttati dagli sfruttatori, gli innocenti dai colpevoli, chi minaccia da chi è minacciato, tutti a bordo di una fragile barca-società che ancora fende le procelle e cerca il porto della civile e sicura convivenza. Un caleidoscopio di volti che hanno immagazzinato storie e rigurgitano ogni tipo di scomoda verità, ci guidano dritti al cuore del fenomeno migratorio mondiale, soprattutto clandestino. Nel programma, immagini non censurate e censurabili e numerose testimonianze straniere - che una recitazione meno enfatica avrebbe recapitato ancor più crude - si affiancano a una vera e propria overdose di cifre che, talvolta, rendono faticosa l'assimilazione di fenomeni tanto sconvolgenti. Un susseguirsi di verità nascoste e semi-atrocità: dal numero dei clandestini nel mondo ai turpi guadagni, veramente da capogiro, legati alla clandestinità, allo sfruttamento, alla prostituzione, al commercio delle persone e degli organi che non è da meno di quello delle droghe; infine, le nuove, bizzarre forme di schiavitù che legano con il peso di catene ricattatorie e di inconfessabili paure. Si scendono i gradini della vita fino agli ultimi, sudici e pericolosi, occupati da africani, orientali di varia etnia, latini di ogni Paese, gente dell'est europeo passato dalla dittatura politica all'illusione e al tracollo sociale del post-comunismo. Le bolge in terra, come se l'inferno dantesco si fosse rovesciato in superficie. La valigia con lo spago, nell'aprire le ferite senza nasconderle e cauterizzarle, non risparmia di interpellare la società, lo spettatore. Potrebbe interrogarsi sui motivi, sui palliativi, sulle risposte urgenti e di alto profilo morale che si attendono, sugli sbagli. "Sarò cattiva - scrive tra le tante una ragazza sul blog apposito creato per commentare il programma televisivo e da seguire con estrema attenzione -, sarò razzista, ma la verità è che non se ne può più, il 95 per cento delle persone che conosco non ne possono più. Non lo direi davvero, se vedessi negli stranieri una qualche forma e volontà concreta di integrarsi con la nostra realtà". Lei non la vede. E in troppi casi è vero. Molti, però, prendono diversa posizione: "Una cosa mi lascia davvero perplessa: la gente pensa che gli stranieri siano tutti criminali". È difficile pensare di poter trovare soluzioni adeguate e giuste per tutti, ma non si può ignorare l'urgenza di cercarle, proporle, sperimentarle. È quello che, in fondo, fanno le tante persone di Chiesa che incontriamo e ascoltiamo nel programma e che sappiamo essere migliaia nel mondo. Dà coraggio la loro presenza silenziosa, infonde speranza il loro anonimato, in perfetto stile evangelico, la loro insostituibile carità. Non sono pochi, precisa De Mata, quelli che si ricordano "come dietro ogni donna, uomo, qualunque sia la sua condizione, c'è una persona. E mai come in questo caso il ragionamento si allarga a un fenomeno planetario che ci sta coinvolgendo tutti e ci sta cambiando tutti. Non possiamo più voltare la testa da un'altra parte". Tra chi la volta, chi è costretto a farlo, chi non lo vuole fare e non lo fa, il programma assume un ritmo sempre più incalzante, talvolta anche frenetico. Veniamo accompagnati tra i rom avversati dalla società, ma loro stessi razzisti nell'ambito delle comunità di appartenenza; camminiamo lungo muri divisori scavalcati ogni giorno da intere popolazioni in fuga o a caccia di futuro; costeggiamo i porti disseminati di panchine che diventano regge per barboni alla deriva, sempre con la bottiglia in mano, fino a quando, per puro divertimento, non li derubano o non gli danno fuoco. Di giorno, campi da coltivare inglobano le vite di nuovi schiavi mentre di notte, lungo strade non più soltanto di periferia, fiumane di ragazze si vendono distrattamente a una fiumana di clienti molto determinati. Tutti partono, arrivano, si spostano, migrano da est a ovest, da sud a nord: il mondo sembra un enorme cantiere nel quale il movimento è continuo, senza sosta. C'è chi lo fa con disperazione, chi con rassegnazione; chi non si aspetta nulla, chi si aspetta tutto. Nessun luogo è oggi illibato, spesso la sicurezza latita, nessun Paese può dirsi immune dal contagio del razzismo, che infetta più della febbre suina, come fanno anche la criminalità, la violenza, lo sfruttamento. E la distrazione, l'ipocrisia. La valigia con lo spago è una voce libera che ha il coraggio di segnalare i fatti, senza proporre i rimedi, perché questo non è compito degli autori televisivi. Lascia così in sospeso le soluzioni e le cure, ma non tralascia di esigere che esse siano, prima di tutto, ispirate al comandamento della carità, al bisogno di certezze, al diritto di convivenza sicura e pacifica per tutti.
Articolo: Luca Pellegrini
Direttore: Giovanni Maria Vian

"La valiga con lo spago" le prime due puntate complete del programma scritto e diretto da "Luca De Mata" visibile in versione integrale

La versione integrale delle prime due puntate de "la valigia con lo spago" a http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-618e1082-2b95-4273-87b0-13acbd41f9e9.html?p=0
e
E' necessario per la visione istallare microsoft silverlight.

mercoledì 8 luglio 2009

Dal sito di RAI Uno, "la valigia con lo spago" di "Luca de Mata"


Dal sito di Rai Uno le immagini de "la valigia con lo spago" di Luca de mata.
Direttore: Mauro Mazza

Aldo Grasso parla de "La valigia con lo spago" a seguito della seconda puntata analizzando il programma scritto e diretto da Luca de Mata





Mentre la maggioranza è divisa sulla circolare del Viminale per regolarizzare gli immigrati (Umberto Bossi l'ha definita «fuorilegge»), mentre la Lega polemizza aspramente per la Pastorale dei migranti di monsignor Marchetto, Raiuno sta mandando in onda La valigia con lo spago, «una finestra sull'universo dei migranti, facendo raccontare dalla loro viva voce cosa significa l'esperienza della speranza, trasformata spesso in sofferenza e dolore» (lunedì, ore
23.25).
Il programma in quattro puntate è di Luca De Mata e Teresa De Santis, i testi e la regia sono di Luca De Mata, la supervisione editoriale di Mauro Piacenza con la collaborazione di Nicola Bux e Massimo Cenci. Racconta De Mata, direttore della Fides, l'agenzia di stampa del Vaticano: «La valigia con lo spago e subito, d'istinto, pensi alle immagini dei milioni di emigranti: italiani, irlandesi, polacchi, spagnoli, portoghesi che, all'inizio dell'800 e ancora fino agli Anni 50 del secolo scorso, si spostarono da un continente all'altro, con le loro valige legate, tenute sulle spalle, in fuga dalmiseria. Donne, uomini, adolescenti spesso analfabeti che, con caparbietà, sacrifici, volontà sono stati mattoni reali che hanno contribuito alla costru- zione della ricchezza dell'occidente. Masse». Il documentario si propone infatti di far cono- scere i grandi flussi migratori ele "nuove schiavitù", i luoghi e le persone che vivono da vicino
il dramma dell'emigrazione e lo fa attraverso testimonianze dirette. Nella sola Sicilia, dal 2002 al 2007, sono sbarcati circa 77.000 clandestini e il fatturato annuo della mafia nell'isola è salito a go miliardi di euro l'anno. La convinzione di De Mata, invece, è che gli immigra-ti possono essere una risorsa legale.
Tra scritte, didascalie, sovrascritte, «serpentoni », il documentario abbonda di informazioni, spesso in maniera soverchiante, concedendo troppo all'enfasi.
Articolo: Aldo Grasso
Direttore: Ferruccio De Bortoli

domenica 5 luglio 2009

La seconda puntata de "la valigia con lo spago" , il programma scritto e diretto da "Luca de Mata" andrà in onda il 6/9 alle 23.25 su Rai uno

Invece del 13 Luglio come precedentemente annunciato la seconda puntata de "la valigia con lo spago" andrà in onda Lunedì 6 Luglio alle ore 23.25 sulla prima rete R.A.I.

venerdì 3 luglio 2009

Dopo la prima puntata L'espresso parla de "la valigia con lo spago" il programma scritto e diretto da "luca de mata"


Chi vuole conoscere a fondo Ia posizione politica del Vaticano sull'immigrazione non ha che da assistere alle quattro puntate di"La vallgla con lo spago" in onda in seconda serata su Raiuno. Non solo perché testi e regia sono di Luca De Mata, direttore di Fides. L'agenzia di stampa del Vaticano, ma anche perché ll tutto é stato supenivisionato da tre mammasantissima d'Oltretevere. In primis, monsignor Mauro Piacenza, presidente della Pontificia commmissione per i beni culturali , in pratica il ministro dei Beni culturali della Santa Sede, nato a Genova dove sonostatl arclvescovi il segretario cli Stato TarcisioBertone e il presidente Cel Angelo Bagnasco. Con lui, monsignor Nicola Bux, teologo , amico personale di Benedetto XVI, e padre Massimo Cenci, missionario e sottosegretario della Congregazione per l' evangelizzaziono dei popoli. Un modo di intervento mediatico molto diretto. Ma anche la prima volta che il sigillo di San Pietro a così alto livello viene impresso sui contenuti di un ' inchiesta tv. la serie, girata in tutto il mondo fa raccontare agli immigrati le loro storie di sofferenza. Trapela chiaramente il manifesto politico del Vaticano: l'altola al legame tra immigrazione e criminalita, la condanna all’ipocrisia dei governi pronti a deplorare lo sfruttarnento dei migranti ma anche a farne uno strumento a basso costo per economia. E anche un chiaro biasimo nel confronti degli Usa e delle multinazionali in prima linea per l'uso della manodopera immigrata. Una posizione da vera Chiesa no global.
D. R
L'espresso de 9/7/2009 pag.17

Direttore: Daniela Hamaui

mercoledì 1 luglio 2009

La Tv scopre l'umanita, dalle pagine dell'Avvenire "la valigia con lo spago" di "Luca de Mata"



fra le tante parole che sull'immigrazione si sono sprecate, per definire un fenomeno destinato a modificare il nostro mondo, mancava L 'umanità". Ed è questo concetto che si legge finalmente nel' l'inchiesta di Luca De Mata, La valigia con lo spago, che ha preso avvio su Raiuno lunedì in seconda serata. Quell'umanità che ci induce a considerare l'altro, colui che viene, non un invasore ma un fratello, costretto dal bisogno e dalla paura, a cercare ricovero in cambio di lavoro. Collocando storicamente i dati, De Mata confronta l'emigrazione italiana dell'Otto e del Novecento con quella dal Sud del mondo che ora si dirige verso il Nord, verso un'Europa considerata terra di speranza e invece quasi sempre luogo di sfruttamen-ti to e delusione. E, fondandosi su documenti e interviste a chi lavora nelle organizzazioni cristiane di soccorso, presenta persone che hanno visto il loro sogno frantumarsi nella violenza e nella solitudine, costrette a grama vita da randagi in uno smar rimento totale. Palermo e Napoli gli scenari della prima delle quattro puntate: con chi vive in strada o in miserevoli tane, con chi è costretto a vendersi o a vendere droga, con coloro che hanno dovuto sopportare lo sfruttamento più crudele per so.. pravvivere. Casi singoli, sullo sfondo di luoghi in cui l'amore cristiano soccorre ai vuoti della società: esempi di un'integrazione ardua, di un riscatto che non è facile offrire. E poi, spaziando alla Spagna e agli Stati Uniti, ecco che il panorama si dilata dal nostro piccolo al grande del mondo intero, in cui la spinta della disperazione porta a drammatici tentativi di riscossa da parte di chi varca le frontiere pensando di cambiare la sua vita. I poveri del mondo diventano trama di una riflessione che si dilata dal sociale all'antropologico e Al' esistenziale: il di-ritto alla speranza, tn nome dell'umanità che ci fa uguali, un discorso per immagini che si articola at-traverso il dolore e che può esser sanato soltanto dalla solidarietà fraterna.
Articolo: Mirella Poggialini
Direttore: Dino Boffo