sabato 18 luglio 2009

Il sole 24 parla de "La valigia con lo spago" di "Luca de Mata" alla vigilia dell'ultima puntata.

Enrinque Morones è il fondatore dei Border Angels. L'organizzazione, attiva in Arizona, tra le sue attività per assistere i messicani che tentano di scavalcare il muro di separazione, piazza una gran quantità di taniche d'acqua qua e là nel deserto per placare la sete dei clandestini. Per loro, per tutti quelli che si nascondono, i preti dell'organizzazione celebrano la messa nel canyon. Uno dei tanti segni della vicinanza della Chiesa cattolica ai migranti. Una battaglia, quella dei cattolici, ormai combattuta a livello planetario verso i governi occidentali che contrastano o comunque non favoriscono – anche legittimamente - condizioni umane per chi cerca di scappare dalla miseria o dalle guerre, vittime il più delle volte di sfruttamento. Anche il Papa lo ha ribadito nei giorni scorsi, e quotidianamente cardinali, vescovi e preti, lanciano accuse e nel stesso tempo lavorano sul campo. Quello degli immigrati è un valore ormai assurto a ‘non negoziabile' per la Chiesa, quasi quanto famiglia e vita. E ora la Chiesa, quella ufficiale, è scesa in campo anche nelle comunicazioni. Alti esponenti della Curia vaticana, infatti, sono tra gli autori de ‘La valigia con lo spago', inchiesta-denuncia in quattro puntate che va in onda su Rai Uno ogni lunedì sera nel corso del mese di luglio. Un documentario molto duro che mette a nudo i governi occidentali – compreso quello italiano – dove si parla di tratta di schiavi, prostituzione, caporalato, criminalità, terrorismo islamico, mafia cinese. Il segretario della Congregazione per il Clero, l'arcivescovo Mauro Piacenza, ha supervisionato il lavoro, con la collaborazione del teologo Nicola Bux e del missionario Massimo Cenci, mentre i testi e la regia sono di Luca De Mata, direttore dell'agenzia Fides della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. L'inchiesta spazia in tutto il mondo, Argentina, Moldavia, Slovacchia, Francia, Inghilterra, Spagna, Italia, Stati Uniti, Canada, Thailandia, dove il dramma dei migranti è differente, ma alla fine profondamente uguale. Si passa in America, "in cui il sogno americano non esiste più, nonostante ogni anno migliaia di persone cerchino di varcare il deserto tra Messico e Stati Uniti", dicono gli autori, ed in questo viaggio trovano, per la maggior parte, la morte. Come Lucrezia, che ha dato la poca acqua da bere ai suoi figli, Jesus e Nora, e li ha salvati dalla morte che, invece, ha colpito lei. In Moldavia il problema più grande è il numero di bambini abbandonati, circa 900 mila all'anno, da genitori che partono e che non tornano, o a causa della vergogna, o perché vittime della criminalità. Soprattutto le donne, di ogni paese, purché giovani e belle, sono soggette alla macchia della tratta. Dice la voce narrante fuori campo: "Non entreremo da porte nascoste da dove le porte che non si vogliono vedere, che non vogliamo vedere. Le nostre 4 mura sono certezza. Siamo andati là dove non si arriva, dove finora dove nessuna era andato, nel fondo del profondo".

Direttore: Gianni Riotta

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