NAPOLI: CARDINAL SEPE, LA VALIGIA CON LO SPAGO' E' FINESTRA SUI MIGRANTI =Napoli, 24 giu. (Adnkronos) - "La con lo spago' apreuna finestra nuova sull'universo dei migranti, facendo raccontare dalla loro viva voce cosa significa l'esperienza della speranza,quando non si trasforma in sofferenza e dolore. In tutto il mondo e'un dramma profondamente uguale per chiunque e' costretto a migrare.Nella 'valigia con lo spago' siricorda con forza il nostro compito dicristiano nel riconoscerci nell'in contro con la Fede e con il nostroaffermare il valore della vita e della persona". Lo ha dettol'arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, presidentedella Conferenza episcopale campana.Il cardinale Sepe e' intervenuto con un commento sull'inchiesta'La valigia con lo spago' curatada Luca De Mata, direttoredell'agenzia Fides. Si tratta di un programma tv in 4 puntate,un'inchiesta sull'immigrazione nel mondo che andra' in onda su Raiunoin seconda serata a partire da lunedi' prossimo 29 giugno.L'anteprima'La valigia con lo spago' e' statapresentata presso l'auditoriumcentro Fernandes a Castelvolturno (Caserta)."L'emigrazione significa anche troppi bambini abbandonati daigenitori vittime della criminalita'. La macchia della tratta dilaga avvolgendo donne indifese -ha proseguito l'arcivescovo di Napoli-bambini ma anche uomini. Il mercato del sesso come una piovra avvolgeil nostro vissuto facendo commettere orrori e meschinita' indicibili".(segue)(Iam/Ct/Adnkronos)24-GIU-09 20:36
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domenica 28 giugno 2009
AdnKronos il Cardinale Sepe, "Luca de Mata" e "la valigia con lo spago" -2-
NAPOLI: NAPOLI: CARDINAL SEPE, LA VALIGIA CON LO SPAGO' E' FINESTRA SUI MIGRANTI (2) =(Adnkronos) valigia con lo spago -ha proseguito ilcardinale Sepe- ci aiuta a liberarci di alcune convinzioni e luoghicomuni che fanno di tutti i rom una etnia di ladri, sfruttatori dibambini e donne. E' vero queste sono cose che avvengono, ma avvengonoancora in mezzo a noi. Smettiamo di essere ipocriti".L'arcivescovo di Napoli, annunciando di avere visto ilprogramma, racconta che "ad un certo punto una ragazzadice: 'nessunadi noi nasce ladra o prostituta, sono loro a piegarciconlaviolenza'. La violenza in famiglia -ha proseguito Sepe-come ladelinquenza non e' un problema di educazione. In un mondo disofferenze e difficolta', tanti sono i raggi che lasperanza e lacarita' cristiana emanano". Il cardinal Sepe in riferimento alprogramma che andra' in onda su Raiuno a partire da lunedi' prossimoha poi sostenuto che "vivere onestamente e ad avere fiducia nelSignore e' a questo che ci esorta la valigia con lo spago"."Non possiamo essere, rimanere ciechi -ha proseguito- ma con laboratori di pace, di giustizia, di solidarieta'. Il volto santo di Gesu'. Non scordate che anche lui fu costretto a migrare persfuggire all'ira di Erode. Il programma chiude con le parole diBenedetto XVI quando era ancora cardinale: la comprensione per lepersone ai margini della societa', ai margini della Chiesa, per ifalliti ed i sofferenti, per coloro che porgono delle domande, per gliscoraggiati e gli abbandonati, cosi' da infondere fiducia e suscitare la volonta' di sostenersi vicendevolmente e' il veronocciolo della moralita' cristiana".(Iam/Ct/Adnkronos)24-GIU-09 20:39
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L'ANSA, Crescenzio Sepe ed il bagaglio di "Luca de Mata" : "La valigia con lo spago"
(ANSA) - NAPOLI, 25 GIU - Nel Centro Fernandes diCastelvolturno si e' svolta la presentazione del programma ''LaValigia con lo spago'', inchiesta sull'immigrazione nel mondorealizzata dall'Agenzia Fides, che andra' in onda su Rai Uno apartire da lunedi' 29 giugno. L'incontro e' stato presiedutodal vescovo incaricato per la Migrantes in Campania, monsignorBruno Schettino, arcivescovo di Capua. Presente il direttoredella Fides, Luca De Mata, autore dell'inchiesta. Il dibattitocon gli operatori del volontariato provenienti da diversediocesi della regione, intervenuti insieme a tanti immigrati, e'stato moderato dal Coordinatore Area Immigrazione della CaritasCampania, Giancamillo Trani.Il presidente della Conferenza Episcopale Campana, cardinaleCrescenzio Sepe, ha voluto rimarcare, in un messaggio,l'importanza dell'inchiesta: ''Rappresenta uno squarcio apertosull'universo dei migranti, una finestra in cui, per una volta,sono gli stessi protagonisti a raccontare dalla loro viva vocecosa significhi l'esperienza della speranza, trasformata spessoin sofferenza e dolore. ''La valigia con lo spago'' facomprendere, nel rispetto dovuto alle leggi, che chi arrivasulle nostre terre e' e resta Persona. Non dimentichiamolo'' (il testo completo del messaggio del cardinale sul sito http://www.segnideitempi.it).(ansa/).
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giovedì 25 giugno 2009
Il cardinale Sepe parla del programma di "Luca de Mata" "la valigia con lo spago"
Pubblicata anche su Avvenire del 25/07/2009
“LA VALIGIA CON LO SPAGO" Testo del Cardinale Crescenzio Sepe per la presentazione a Castel Volturno del programma di RaiUno "La valigia con lo spago"“La valigia con lo spago” apre una finestra nuova sull’universo deimigranti, facendo raccontare dalla loro viva voce cosa significal’esperienza della speranza, quando non si trasforma in sofferenza edolore. In tutto il mondo un dramma profondamente uguale per chiunqueè costretto a migrare. Nella Valigia con lo spago si ricorda con forzail nostro compito di Cristiani nel riconoscerci nell’incontro con laFede e con il nostro affermare il valore della Vita e della Persona.L'emigrazione significa anche troppi bambini abbandonati dai genitorivittime della criminalità. La macchia della tratta dilaga avvolgendodonne indifese,bambini, ma anche uomini Il mercato del sesso come unapiovra avvolge il nostro vissuto facendo commettere orrori emeschinità indicibili. “La valigia con lo spago” ci aiuta a liberarcidi alcune convinzioni e luoghi comuni che fanno di tutti i rom unaetnia di ladri, sfuttatori di bambini e donne. E' vero queste sonocose che avvengono, ma avvengono anche in mezzo a noi. Smettiamo diessere ipocriti. Ho visto il programma ed un certo punto una ragazzadice: “Nessuna di noi nasce ladra o prostituta, sono loro a piegarcicon la violenza”. La violenza in la famiglia, come la delinquenza nonè che un problema di educazione. In un mondo di sofferenze edifficoltà, tanti sono i raggi che la speranza e la Carità Cristianaemanano. Vivere onestamente ed avere fiducia nel Signore a questo ciesorta la valigia con lo spago. Non possiamo essere, rimanere ciechi,ma collaboratori di pace, di giustizia, di solidarietà. Il Volto Santodi Gesù! Non scordate che anche Lui fu costretto a migrare persfuggire all'ira di Erode! Il programma chiude con le parole diBenedetto XVI, quando era ancora Cardinale: “ La comprensione per lepersone ai margini della società, ai margini della Chiesa, per ifalliti ed i sofferenti, per coloro che porgono delle domande, per gliscoraggiati e gli abbandonati, così da infondere fiducia e disuscitare la volontà di sostenersi vicendevolmente, è il vero nocciolodella moralità cristiana.” . - “La valigia con lo spago” è statorealizzato da un gruppo di miei amici fedeli cui sono stato felice didare il mio contributo ed il contributo di questa mia città.L’argomento, infatti, è quello: uno squarcio aperto sull’universo deimigranti, una finestra in cui, per una volta, sono gli stessiprotagonisti a raccontare dalla loro viva voce cosa significhil’esperienza della speranza, trasformata spesso in sofferenza edolore.Finalmente siamo fuori dalla demagogia. Dagli slogan. La valigia conlo spago fa comprendere, nel rispetto dovuto alle leggi, che chiarriva sulle nostre terre è e resta Persona, Non dimentichiamolo. cheè nostro dovere di Cristiani dare voce a chi non può. Ognuno di noipuò essere un Samaritano, ognuno di noi può compiere anche il semplicegesto di offrire dell'acqua ad un assetato.
Arcivescovo Metropolita di Napoli+S.E. Il Cardinale Crescenzio SepePresidente della Conferenza Episcopale Campana.
“LA VALIGIA CON LO SPAGO" Testo del Cardinale Crescenzio Sepe per la presentazione a Castel Volturno del programma di RaiUno "La valigia con lo spago"“La valigia con lo spago” apre una finestra nuova sull’universo deimigranti, facendo raccontare dalla loro viva voce cosa significal’esperienza della speranza, quando non si trasforma in sofferenza edolore. In tutto il mondo un dramma profondamente uguale per chiunqueè costretto a migrare. Nella Valigia con lo spago si ricorda con forzail nostro compito di Cristiani nel riconoscerci nell’incontro con laFede e con il nostro affermare il valore della Vita e della Persona.L'emigrazione significa anche troppi bambini abbandonati dai genitorivittime della criminalità. La macchia della tratta dilaga avvolgendodonne indifese,bambini, ma anche uomini Il mercato del sesso come unapiovra avvolge il nostro vissuto facendo commettere orrori emeschinità indicibili. “La valigia con lo spago” ci aiuta a liberarcidi alcune convinzioni e luoghi comuni che fanno di tutti i rom unaetnia di ladri, sfuttatori di bambini e donne. E' vero queste sonocose che avvengono, ma avvengono anche in mezzo a noi. Smettiamo diessere ipocriti. Ho visto il programma ed un certo punto una ragazzadice: “Nessuna di noi nasce ladra o prostituta, sono loro a piegarcicon la violenza”. La violenza in la famiglia, come la delinquenza nonè che un problema di educazione. In un mondo di sofferenze edifficoltà, tanti sono i raggi che la speranza e la Carità Cristianaemanano. Vivere onestamente ed avere fiducia nel Signore a questo ciesorta la valigia con lo spago. Non possiamo essere, rimanere ciechi,ma collaboratori di pace, di giustizia, di solidarietà. Il Volto Santodi Gesù! Non scordate che anche Lui fu costretto a migrare persfuggire all'ira di Erode! Il programma chiude con le parole diBenedetto XVI, quando era ancora Cardinale: “ La comprensione per lepersone ai margini della società, ai margini della Chiesa, per ifalliti ed i sofferenti, per coloro che porgono delle domande, per gliscoraggiati e gli abbandonati, così da infondere fiducia e disuscitare la volontà di sostenersi vicendevolmente, è il vero nocciolodella moralità cristiana.” . - “La valigia con lo spago” è statorealizzato da un gruppo di miei amici fedeli cui sono stato felice didare il mio contributo ed il contributo di questa mia città.L’argomento, infatti, è quello: uno squarcio aperto sull’universo deimigranti, una finestra in cui, per una volta, sono gli stessiprotagonisti a raccontare dalla loro viva voce cosa significhil’esperienza della speranza, trasformata spesso in sofferenza edolore.Finalmente siamo fuori dalla demagogia. Dagli slogan. La valigia conlo spago fa comprendere, nel rispetto dovuto alle leggi, che chiarriva sulle nostre terre è e resta Persona, Non dimentichiamolo. cheè nostro dovere di Cristiani dare voce a chi non può. Ognuno di noipuò essere un Samaritano, ognuno di noi può compiere anche il semplicegesto di offrire dell'acqua ad un assetato.
Arcivescovo Metropolita di Napoli+S.E. Il Cardinale Crescenzio SepePresidente della Conferenza Episcopale Campana.
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"La valigia con lo spago" di "luca de mata" su Avvenire

L'articolo contiene anche colonna con estratti della lettera del Card. Crescenzio Sepe ai curatori del programma.
INCHIESTA IN 4 PARTI Da lunedì su Raiuno «La valigia con lo spago» «Tra le storie piùforti c’è quella di Lucrezia, morta attraversando il deserto traMessico e Usa perché ha dato la poca acqua che aveva ai suoi figli»De Mata: «Porto in tivù il dramma dei migranti»L’autore: «Spero di far conoscere al pubblico il mondo di quelli chescappano dalla loro terra e dai loro affetti, e di risvegliare inmolti il valore della carità»DI TIZIANA LUPIL a speranza di Luca De Mata è che, dopo avere visto La valigia conlo spago, «almeno uno di quelli che pensano che i profughi debbanoessere rimandati a casa » rivedano le loro posizioni sull’argomento.Perché il suo programma (quattro puntate in onda il lunedì in secondaserata su Raiuno a partire dal 29 giugno) è proprio questo che sipropone: far conoscere, davvero e da vicino, il mondo di quelli chescappano dalla loro terra, dalla loro casa e dai loro affetti perpoter sopravvivere e la cui speranza si trasforma spesso insofferenza e dolore. Come è successo ai sei extracomunitarimassacrati nel settembre 2008 a Castelvolturno da un commando disei-sette killer che, per ucciderli, ha esploso oltre centoproiettili di pistole e kalashnikov. È qui che ieri De Mata ha sceltodi presentare il suo programma perché, ricorda, «tre giorni primadel massacro ero lì». È questo, aggiunge, che gli piace fare: «Vadonei posti senza telecamere né registratori ma da volontario percreare un rapporto umano con le persone. Poi, se loro ne hannovoglia, si registra altrimenti rimane l’esperienza dell’incontro. Miè capitato di stare in qualche posto anche due settimane e non portarea casa nessuna immagine. Del resto, se non facessi, così, mi sentireiuno squallido turista della miseria». Di immagini, ne La valigia con lo spago, ce ne sono eccome. Tante, avolte veri pugni nello stomaco. Perché De Mata ha deciso di mostrarequello che accade veramente «nel- le zone di confine che, ormai, sonocimiteri». Un racconto che vuole avere come guida le parolepronunciate da Benedetto XVI quando era ancora Cardinale: «Lacomprensione per le persone ai margini della società, ai marginidella Chiesa, per i falliti ed i sofferenti, per coloro che porgonodelle domande, per gli scoraggiati e gli abbandonati, così dainfondere fiducia e di suscitare la volontà di sostenersivicendevolmente, è il vero nocciolo della moralità cristiana». DeMata riprende: «Come Chiesa, ed io mi sento tale, non possiamo entrarenel merito delle leggi ma neanche dimenticare le parole di BenedettoXVI. Viviamo in una democrazia e, da cittadino, devo accettare certeleggi anche se mi fanno orrore. Ma non posso non sperare che cambinoil prima possibile ». Dunque, ecco la storia di Lucrezia che hatrovato la morte attraversando il deserto tra Messico e Stati Unitiperché ha dato la poca acqua da bere che aveva ai suoi figli Jesus eNora, salvando loro la vita e quella della giovane donna, fuggitadalla famiglia rom, che racconta il suo dolore, dicendo «Nessuna dinoi nasce ladra o prostituta, sono loro a piegarci con la violenza». Il loro dramma è lo stesso di tutti i migranti de La valigia con lospago, dall’Argentina, alla Moldavia, dall’Italia alla Francia, dalCanada alla Thailandia. E a soffrire sono soprattutto le donne chefiniscono facilmente nella tratta di esseri umani a sfondo sessuale. Per fortuna in questo mondo in cui, sottolinea De Mata, «anche la tvoffre quasi solo veline e violenza nei cartoni animati» esistono«tanti raggi di speranza e di carità cristiana. Come, ad esempio, lamissione di Fratel Biagio Conte a Palermo, quella di Padre Josaphat,missionario tra gli zingari, la Caritas di Cuenca in Spagna: esempi dicome la diversità non sia per forza un male incurabile, ma possadivenire ricchezza nello scambio reciproco, nella carità, nellagratuità, nella condivisione».
Articolo: Tiziana Lupi
Direttore: Dino Boffo
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