giovedì 25 giugno 2009

"La valigia con lo spago" di "luca de mata" su Avvenire

Tiziana Lupi dalle colonne de l' Avvenire del 25/6/2009 pag.33 da voce a Luca de Mata nello spiegare l'esperienza de "La valigia con lo spago".

L'articolo contiene anche colonna con estratti della lettera del Card. Crescenzio Sepe ai curatori del programma.

INCHIESTA IN 4 PARTI Da lunedì su Raiuno «La valigia con lo spago» «Tra le storie piùforti c’è quella di Lucrezia, morta attraversando il deserto traMessico e Usa perché ha dato la poca acqua che aveva ai suoi figli»De Mata: «Porto in tivù il dramma dei migranti»L’autore: «Spero di far conoscere al pubblico il mondo di quelli chescappano dalla loro terra e dai loro affetti, e di risvegliare inmolti il valore della carità»DI TIZIANA LUPIL a speranza di Luca De Mata è che, dopo avere visto La vali­gia conlo spago, «almeno uno di quelli che pensano che i profu­ghi debbanoessere rimandati a ca­sa » rivedano le loro posizioni sul­l’argomento.Perché il suo pro­gramma (quattro puntate in onda il lunedì in secondaserata su Raiuno a partire dal 29 giugno) è proprio questo che sipropone: far cono­scere, davvero e da vicino, il mon­do di quelli chescappano dalla lo­ro terra, dalla loro casa e dai loro af­fetti perpoter sopravvivere e la cui speranza si trasforma spesso insof­ferenza e dolore. Come è successo ai sei extracomunitarimassacrati nel settembre 2008 a Castelvoltur­no da un commando disei-sette kil­ler che, per ucciderli, ha esploso ol­tre centoproiettili di pistole e kala­shnikov. È qui che ieri De Mata ha sceltodi presentare il suo pro­gramma perché, ricorda, «tre gior­ni primadel massacro ero lì». È que­sto, aggiunge, che gli piace fare: «Va­donei posti senza telecamere né re­gistratori ma da volontario percrea­re un rapporto umano con le per­sone. Poi, se loro ne hannovoglia, si registra altrimenti rimane l’espe­rienza dell’incontro. Miè capitato di stare in qualche posto anche due settimane e non portarea casa nes­suna immagine. Del resto, se non facessi, così, mi sentireiuno squal­lido turista della miseria». Di immagini, ne La valigia con lo spago, ce ne sono eccome. Tante, avolte veri pugni nello stomaco. Per­ché De Mata ha deciso di mostrarequello che accade veramente «nel- le zone di confine che, ormai, sonocimiteri». Un racconto che vuole a­vere come guida le parolepronun­ciate da Benedetto XVI quando era ancora Cardinale: «Lacomprensio­ne per le persone ai margini della società, ai marginidella Chiesa, per i falliti ed i sofferenti, per coloro che porgonodelle domande, per gli sco­raggiati e gli abbandonati, così dainfondere fiducia e di suscitare la volontà di sostenersivicendevol­mente, è il vero nocciolo della mo­ralità cristiana». DeMata riprende: «Come Chiesa, ed io mi sento tale, non possiamo entrarenel merito delle leggi ma neanche dimenticare le parole di BenedettoXVI. Viviamo in una de­mocrazia e, da cittadino, devo ac­cettare certeleggi anche se mi fan­no orrore. Ma non posso non spe­rare che cambinoil prima possibi­le ». Dunque, ecco la storia di Lu­crezia che hatrovato la morte at­traversando il deserto tra Messico e Stati Unitiperché ha dato la poca acqua da bere che aveva ai suoi fi­gli Jesus eNora, salvando loro la vi­ta e quella della giovane donna, fug­gitadalla famiglia rom, che rac­conta il suo dolore, dicendo «Nes­suna dinoi nasce ladra o prostitu­ta, sono loro a piegarci con la vio­lenza». Il loro dramma è lo stesso di tutti i migranti de La valigia con lospago, dall’Argentina, alla Molda­via, dall’Italia alla Francia, dalCa­nada alla Thailandia. E a soffrire so­no soprattutto le donne chefini­scono facilmente nella tratta di es­seri umani a sfondo sessuale. Per fortuna in questo mondo in cui, sottolinea De Mata, «anche la tvof­fre quasi solo veline e violenza nei cartoni animati» esistono«tanti rag­gi di speranza e di carità cristiana. Come, ad esempio, lamissione di Fratel Biagio Conte a Palermo, quel­la di Padre Josaphat,missionario tra gli zingari, la Caritas di Cuenca in Spagna: esempi dicome la diver­sità non sia per forza un male in­curabile, ma possadivenire ric­chezza nello scambio reciproco, nella carità, nellagratuità, nella condivisione».
Articolo: Tiziana Lupi
Direttore: Dino Boffo

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