sabato 27 giugno 2009

Paolo Rodari sul IL Riformista riapre "La valigia con lo spago", il programma scritto e diretto da "luca de mata" andrà in onda il 29/6



L'immigrazione è uno dei fenomeni sociali più sconvolgente dei nostri anni, Eppure, la nostra tv l'ha relega-to nella discarica dell'informazione, lì dove si tende a criminalizzare gli stranieri. Oppure ne parlano, ogni tanto, poche eccezioni. E poi? Poi basta. Niente più. Almeno fino a dopo do-mani.
E, infatti, lunedì 29 giugno che Raiuno prova un'operazione coraggiosa: mandare in onda un'inchiesta diversa. In quattro puntate c per quattro lunedì, va in scena in seconda se-rata "La valigia con lo spago", un programma curato dal direttore dell'A-genzia di stampa vaticana Fides. In-somma è la realtà, anche cruda, che Raiuno torna a raccontare. Le immagini sono prese dal campo: in Europa, Africa, nelle Americhe, in Asia, sono gli stessi immigrati che parlano delle loro vite: quelli che dormono nelle periferie delle nostre città siciliane, o quelli messicani entrati negli Stati Uniti grazie a un buco lasciato appositamente aperto dalle autorità americane: un modo con cui il frontaliere di turno arrotonda lo stipendio.
A scorrere le quattro ore di immagini, parole e suoni, si capisce bene una cosa: non esiste l'immigrazione. O meglio esiste in quanto «tratta». Gli immigrati sono degli schiavi. Lasciati entrare nei nostri ricchi Paesi perché pagano. Messi al lavoro una volta entrati per pagare il debito del "biglietto d'entrata". E ancora, una volta consumati dagli anni di duro lavoro forzato, rispediti nel proprio Paese senza un futuro e più alcuna possibilità.
A ben vedere il dibattito che il programma vuole aprire è già in qualche modo cominciato. Sul blog lavaligaconlospago.ty gli interventi sono molteplici. Il blog, come le quattro puntate, riflette la personalità di De Mata: dirige da tempo l'agenzia Fides, ma non ha mai abbandonato il suo primo amore: le inchieste televisive costruite consumando le suole di scarpe in giro per il mondo. Non è un modo di dire: De Mata è fatto così. Nelle sue inchieste non esistono immagini di repertorio, tutto è girato in presa diretta, anche a rischio e pericolo della sua persona. Lavori che dura-no anche anni, molta fatica, tanto sudore. Cose, insomma, che oggi difficilmente si riescono a trovare in tele-visione. Immagini che vanno a scova-re gli ultimi del mondo là dove gli ul-timi sono: senza censure. Ma De Mata, occorre dirlo, è anche un genio del montaggio: nei suoi studi su una ter-razza nel centro di Roma, costruisce immagine dopo immagine, suono dopo suono, i suoi lavori. Non si fa aiutare da strutture esterne. Fa tutto da solo: perché così è più libero di esse-re sé stesso, di essere Luca De Mata e far uscire, sul primo canale nazionale, "La valigia con lo spago", l'ultima delle sue inchieste a spasso per il mondo.
Articolo: Paolo Rodari
Direttore: Antonio Polito

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