domenica 28 giugno 2009

L'osservatore Romano alla vigilia della messa in onda de "La valigia con lo spago" programma scritto e diretto da "Luca de Mata"

Storie di immigrazione in seconda serata
Uomini con la valigiaraccontano chi siamo
di Silvia Guidi
Due occhi azzurri spuntano da una manica di maglione riadattata comecappuccio francescano; è fratel Biagio Conte, "il primo esempio dicura omeopatica per gli homeless" come è stato ribattezzatodall'affettuosa ironia dei suoi amici.Perché "Biagio è uno di loro, sa come fare compagnia a chi ha persotutto, anche la voglia di vivere - racconta chi lo conosce bene - sadi cosa ha bisogno chi vive in strada, conosce l'indifferenza ottusadi chi svuota la casa di stracci e rottami inservibili e pensa di averfatto la carità, ma anche l'inerzia e l'abbandono di chi si lasciaandare, le storie di ordinaria violenza tra drop out dove furti epestaggi sono all'ordine del giorno. Per questo riesce dove iprofessionisti della solidarietà falliscono".Sono tanti i protagonisti de La valigia con lo spago, un programma tv- quattro puntate di inchiesta in onda su Rai Uno dal 29 giugno perquattro lunedì consecutivi, eccetto il 6 luglio - che porta in secondaserata un tema scomodo come l'immigrazione senza edulcorare le storieche racconta, senza censurare niente, parlando anche di quando lapaura rende violenti e la miseria non è un motivo per essere più unitima una spinta alla sopravvivenza a ogni costo.Un programma che il passaparola su internet ha già reso famoso "primadella prima": "In tre settimane il blog www.lavaligiaconlospago.tv haregistrato oltre seimila visite" conferma Luca De Mata, direttoredell'Agenzia Fides, che ha curato i testi e la regia con lacollaborazione di Nicola Bux e Massimo Cenci; la colonna sonora èfirmata del giovane musicista Aurelio Canonici.Accanto a Biagio Conte, che a Palermo ogni giorno offre un tetto e unpasto caldo a più di 600 persone, c'è padre Josaphat, missionario trai rom, e ci sono i volontari della Caritas di Cuenca in Spagna, chedevono affrontare un fenomeno inedito per una zona tradizionalmenteconsiderata povera (Cuenca è nel cuore de La Mancha, la terradescritta da Cervantes): l'arrivo di immigrati ancora più poveri.Anche Oxana Alistratova conosce bene il mondo di chi non viaggia inbusiness class, ma con un bagaglio a mano fatto di speranze che spessosvelano la loro natura di illusioni: oggi è presidente della Ong"Interazione" in Transnistria ma la sua attività nasce dalla suastoria personale di vittima della tratta a scopo di prostituzione.L'esodo di migliaia di persone è un evento traumatico anche per iPaesi da cui si parte: la migrazione disgrega il tessuto sociale,spezza i legami tra le generazioni, gli anziani che restano hannopensioni misere, i giovani che partono vivono una libertà immaginariae non ritornano per la vergogna e per la paura, i bambini rischianol'accattonaggio.L'immigrazione è un affare enormemente redditizio per la criminalità:i flussi migratori generano nuove forme di schiavitù. Negli StatiUniti si contano 9 milioni di "uomini ombra" ma poiché è arduo contareciò che non si vede si stima che siano almeno 20 milioni.Davanti a un fenomeno così imponente la filantropia non basta. "Lacomprensione per le persone ai margini della società, ai margini dellaChiesa, per i "falliti" e per i sofferenti (...) è il vero nocciolodella moralità cristiana" scriveva anni fa il cardinale Ratzinger. Un"nocciolo" solido, concreto, fatto di cibo, coperte e vestiti, undentista o un medico quando serve, un letto pulito e una docciacalda a fine giornata.La generosità spontanea prima o poi presenta il conto, o perde loslancio iniziale, la carità no, è un'altra cosa, un altro mondo inquesto mondo. Biagio Conte prova a spiegarlo con un esempio: "Samuelarrivava dall'Eritrea coi barconi dei disperati. Zoppicava per colpadi una malformazione alla gamba destra, più corta dell'altra. Avevabisogno di una scarpa ortopedica, di quelle che non si comprano infarmacia, bisogna prendere le misure e commissionarle a officinespecializzate; un mese di tempo, almeno. Il giorno dopo il suo arrivo,dentro un sacchetto, confuse tra maglioni e coperte c'erano due scarpeortopediche: una donazione come tante altre, ma perfette per Samuel,misura e correzione compresa. Quando mi chiedono cos'è la provvidenzaio racconto questa storia".La carità ha anche un valore conoscitivo: l'essere pellegrino, homoviator, svela la natura profonda della condizione umana, visto chemettersi in viaggio alla ricerca di qualcosa che possa rispondere alladomanda di felicità è tipico dell'essere umano di ogni epoca. Ilmigrante è innanzitutto un uomo, con un nome e una storia, con un"volto" - direbbe Emmanuel Lévinas - e come tale non è riducibile auno schema, non coincide con quello che penso di lui; è un'alteritàche mi interpella, e accettare di non ridurlo alla sua apparenzacambia anche il modo con cui ci si rapporta ai figli, al marito, allamoglie, agli amici.Dare risposte esaurienti a un fenomeno così vasto e variegato sarebbeuna pretesa poco realista; la cosa più importante, sembra suggerire ilprogramma di Luca De Mata, è non archiviare frettolosamente le domandeche solleva. E non censurare la novità continua - fatta di ferite comedi sorprese positive - che genera l'incontro con l'altro. La pensavacosì anche l'autore di Massa e potere, Elias Canetti; a chi, dopo unaconferenza o un convegno, si offriva di chiamargli un taxi rispondevasempre: "No grazie, preferisco l'autobus. Voglio vedere le facce".
Autore articolo: Silvia Guidi
Direttore: Giovanni Maria Vian

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